CONTATTACI
LOGIN
   
Villino Viola ad Amatrice è registrato GBC Home e GBC Historic Building®
20 Maggio 2021

A seguito del devastante terremoto del 24 Agosto 2016, Amatrice (Ri) e le sue piccole frazioni disseminate sul territorio hanno visto venire meno la vita di questi luoghi, perdendo gli spazi che ospitavano le attività quotidiane. Esplorando il territorio ci si imbatte in Scai, piccolo nucleo abitativo sorto nel XVII secolo che, pur nelle sue ridotte dimensioni offre, oltre alle bellezze naturali, alcuni luoghi di culto di particolare interesse.  Le origini di Scai risalgono al 1639 quando dopo un forte terremoto, i superstiti si radunano a Scai: all’ incrocio tra la strada che conduce al Santuario della Madonna delle Grazie con la via che andava verso l’Aquila. Altri terremoti colpirono il paese, nel 1672, 1703 (terremoto dell’Aquila), e 1730. Dopo ogni terremoto il borgo si risistema e si estende lungo la via Principale. Dalla morfologia di Scai si rileva che la sua evoluzione urbanistica è stata del tipo spontaneo, senza pianificazione o creazione di spazi urbani di interesse sociale.

Particolare interesse riveste l’approccio tenuto per la riqualificazione di “Villino Viola”, l’aggregato urbano su cui siamo chiamati ad intervenire, è il risultato di numerose addizioni e stratificazioni ancora oggi perfettamente riconoscibili. Si è deciso di applicare il protocollo GBC Historic Building per Restauro Villino Viola Casa Vecchia e il protocollo GBC Home per la demolizione e ricostruzione per Villino Viola Casa Nuova, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’uso del protocollo GBC, nell’ottica di una ricostruzione attenta e sensibile, sia nella conservazione degli edifici storici e una loro attenta rifunzionalizzazione, sia per integrare nel tessuto storico gli edifici nuovi frutto di demolizione e ricostruzione.

Il primo, che si sviluppa su due piani fuori terra è caratterizzato da una pianta ad L e murature costituite da pietrame sbozzato di spessore elevato, risulta danneggiato e dichiarato inagibile, ma il corpo di fabbrica largo e basso ci dà la possibilità di realizzare un intervento di recupero connesso a soluzioni di miglioramento prestazionale dell’involucro edilizio, compatibilmente con la salvaguardia dei caratteri tipologici e costruttivi dell’edificio esistente. Per il secondo, le scosse di terremoto compromettono a tal punto le murature esistenti e le catene presenti non riescono a contenere i violenti movimenti, per cui la sicurezza e stabilità non sono più garantite, e si sceglie di demolire e ricostruire, che in realtà è un’opportunità per verificare quanto si possa inserire gentilmente un manufatto nuovo in un ambito in cui entrare in punta di piedi, cercando di dialogare con le strutture storiche ma al tempo stesso connotare l’edificio per un’alta funzionalità e scelte tecnologiche che garantiscano elevati livelli prestazionali, a livello energetico ma anche strutturale.

Oltre alle scelte sui materiali eco-compatibili e possibilmente reperiti a distanze limitate, le soluzioni impiantistiche votate alla massimizzazione dell’uso di fonti rinnovabili, vi è un importante lavoro di concertazione tra i diversi componenti del gruppo di progetto e l’impresa costruttrice al fine di condividere un processo partecipato e garantire una gestione del cantiere esemplare nelle tematiche dei rifiuti prodotti, il riutilizzo di materiale da demolizione e la protezione dall’inquinamento da cantiere.

Casa Vecchia

L’aggregato in questione è il risultato di numerose addizioni e stratificazioni e  nonostante i notevoli danni del sisma del 2016, risulta adatto ad un restauro conservativo al fine di migliorarne la stabilità strutturale ma anche aumentarne la performance energetica. In quest’ottica, e anche come un esempio di intervento sostenibile all’interno della ricostruzione post sismica, si è deciso di registrare il progetto per la certificazione GBCI HB.  L’edificio ha l’aspetto tipico della casa rurale, con pianta ad “L”, muratura portante, tetto a falde e prospetti intonacati. Elementi caratterizzanti il fabbricato sono i portali archivoltati e gli stipiti delle finestre in pietra arenaria. Al piano terra troviamo gli ambienti di servizio: il vecchio forno, le dispense, il bucataio, la cantina e il locale tecnico, oltre al volume dedicato al garage. Al primo piano si trovano gli ambienti abitativi: la camera da pranzo che affaccia sul terrazzo porticato, due soggiorni, tre camere da letto, la cucina e due bagni. Le diverse fasi costruttive e la pendenza del terreno hanno determinato la presenza di solai che corrono a quote leggermente differenti e realizzati con differenti sistemi costruttivi. Sono presenti un solaio a voltine e putrelle, uno a tavelloni e putrelle e uno a travi di legno. Anche il tetto a falde con terminale a padiglione, e con il manto di copertura a tegole e coppi,  ha subito delle modifiche conseguenti alle diverse fasi costruttive. Il progetto di restauro conservativo mira a rispettare i caratteri costruttivi del luogo, quindi ci si è posti come primo obiettivo quello di massimizzare l’utilizzo di risorse e materiali locali, limitando la distanza per le forniture e quindi abbattendo le emissioni da quel punto di vista, così come il riutilizzo di alcuni componenti edilizi smontati e rimontati. In secondo luogo, si è dato ampio spazio all’uso di materiali di origine naturale, esenti da VOC, per la realizzazione intonaci, isolanti e finiture, che garantiscono un’elevata qualità dell’aria interna ed una notevole salubrità dei locali grazie alle loro caratteristiche di traspirabilità e di regolatori  termo igrometrici. Dal punto di vista del comfort termico, la strategia principale prediligere soluzioni passive, quindi soprattutto intervenendo sull’involucro per limitare le dispersioni. A questa è stata aggiunta una progettazione accurata degli impianti tecnologici, andando a massimizzare l’uso di energia da fonti rinnovabili, prevedendo vari contributi da parte di biomassa e solare termico per acqua calda sanitaria e riscaldamento, fotovoltaico, raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana per scopi irrigui.

            

Casa Nuova

L’edificio originale si conformava come un palazzetto novecentesco con le facciate caratterizzate da aperture disposte in modo simmetrico, e contraddistinte da un apparato decorativo classico: finestre modanate, finto bugnato realizzato ad intonaco lungo tutto il piede dell’edificio, lesene agli angoli, tetto a padiglione protetto da un manto a tegole e coppi. Realizzato con struttura portante in muratura mista e partizioni orizzontali in ferro e tavelloni, a seguito del terremoto del 2016 è stato dichiarato inagibile e l’entità dei danni ha posto fin da subito la necessità di orientare l’intervento verso una demolizione e ricostruzione; per questo motivo si è scelto di registrare il progetto per la certificazione Home. Si  propone quindi un edificio della stessa tipologia edilizia ma con un linguaggio contemporaneo, attento al luogo e alla memoria, che non domini lo spazio architettonico rispetto alla Casa Vecchia che, nella sua semplicità di casa rurale, rimane comunque l’edificio storico, la memoria della famiglia Viola. La distribuzione spaziale propone al piano terra la zona giorno con ambienti comuni composti da un ampio salone con angolo cottura, mentre ai piani superiori la zona notte con camere singole e doppie. Due terrazzi permettono di ammirare il panorama che circonda il paese dato dalla catena montuosa dei Monti della Laga a nord, ed a est i monti Sibillini. Il progetto di demolizione e ricostruzione mira innanzitutto a raggiungere un alto grado di sicurezza strutturale, in modo che possa sostenere la vita in quegli spazi, e che le persone che vivono il luogo si sentano protetti. L’intervento si propone di migliorare il comportamento energetico del fabbricato, innanzitutto attraverso soluzioni passive dell’involucro edilizio: coibentazione a cappotto di tutte le superfici opache disperdenti, in modo da eliminare i ponti termici derivanti dalla struttura anti-sismica a telaio e realizzando le pareti di tamponatura con blocchi di laterizio alveolato, in modo da ridurre al minimo la necessità di riscaldamento. La generazione del calore per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria è affidata ad una pompa di calore ad alta efficienza alimentata da 10 pannelli fotovoltaici. Ad integrazione di questa sono previsti due collettori solari e ad un termo-camino policombustibile che forniscono acqua calda ad un serbatoio di accumulo. Per i terminali di distribuzione, coerentemente con la scelta del generatore sono stati scelti radiatori a bassa temperatura.

            

Dati di progetto

Nome del progetto: Villino Viola
Indirizzo/posizione del progetto: Scai, Amatrice (RI)
Rating system di certificazione: GBC Historic Building e GBC Home
Livello di certificazione (desiderato): Gold

Coordinamento generale del progetto, Progettazione architettonica e coordinamento direzione lavori: Studio Ada Viola, Arch. Ada Viola
Progettazione strutturale: Studio Associato Pierrequadro, Ing. Graziano Pipolo
Progettazione impianti, Consulenza per l’efficienza energetica e l’uso di materiali eco-compatibili: Sequas Ingegneria, Ing. Enrico Grillo, Ing. Davide Nunziante, Ing. Francesco Maggi, Arch. Joseph Alan Valia
Consulenza alla certificazione GBC HB e GBC Home: Sequas Ingegneria, Ing. Enrico Grillo, Ing. Davide Nunziante, Arch. Joseph Alan Valia
Impresa appaltatrice: COAF srl, Mauro Irti